I miracoli di Gesù

(137)

Gesù ripara la gamba rotta di un soldato romano e guarisce una donna morente
(514.8 - 514.9 - 514.10)

Ma il soldato è annichilito dall'idea di precedere un dio... Non parla più... Pensa. Pensa finchè proprio all'ingresso del paese trovano fermo il drappello intorno al ferito che geme per terra.
"Ecco!" dice molto concisamente il graduato.
Gesù si fa largo e si appressa. La gamba, spezzata malamente sta col piede girato all'interno ed è già gonfia e livida. L'uomo deve soffrire molto e vedendo Gesù che stende una mano supplica: "Fammi poco male!"
Gesù sorride. Tocca appena con la punta delle dita là dove il cerchio livido del trauma indica la frattura. E poi dice: "Alzati!"
"Ma ha una seconda rottura più su, nell'anca" spiega il graduato, volendo certo dire: "Non tocchi quella?"
In quel mentre ecco un cittadino di Beteron: "Maestro, Maestro! Ti perdi con dei pagani, e mia moglie muore!"
"Va' e conducimela."
"Non posso. E' dissennata!"
"Va' e conducimela, se hai fede in Me."
"Maestro, non la si tiene. E' nuda e non si può vestire. E' folle e si lacera le vesti. E' morente e non si regge."
"Va' e conducimela se non sei inferiore nella fede a questi gentili."
L'uomo va via malcontento.
Gesù guarda il romano steso ai suoi piedi: "E tu sai aver fede?"
"Io siì. Che devo fare?"
"Alzarti."
"Bada. Camillo, che..." sta dicendo il graduato. Ma il soldato è già in piedi, agile, risanato.
Gli israeliti non gridano osanna. Non è ebreo il guarito. Anzi sembrano malcontenti o per lo meno con un viso che esprime critica all'atto di Gesù. Ma i soldati non lo sono. E snudano le corte e larghe daghe e le alzano nell'aria bigia dopo averle battute sugli scudi come per fare un rumore di festa. Gesù è in mezzo al cerchio di lame.
Il graduato lo guarda. Non sa come esprimersi, cosa fare, lui, uomo presso un dio, lui, pagano presso Dio... Pensa e trova che almeno deve fare a Dio ciò che farebbe a Cesare. Ordina il saluto militare all'imperatore (almeno credo che sia così perchè sento risuonare un <Ave> potente mentre le lame balenano mettendosi quasi orizzontali in cima al braccio teso).
E, non contento ancora, il graduato dice sottovoce: "Va' tranquillo anche di notte. Le strade... sono tutte sorvegliate. Servizio contro i ladroni. Sarai sicuro. Io..." Si arresta. Non sa dire di più.
Gesù gli sorride dicendo: "Grazie. Va' e sii buono. Anche coi ladroni sii umano. Fedele al tuo servizio ma senza crudeltà. Sono degli infelici. E dovranno rendere conto del loro operato a Dio".
"Lo sarò. Salve! Vorrei vederti ancora..."
Gesù lo guarda fisso, fisso. Poi dice: "Ci rivedremo. Su un altro monte." E torna a ripetere: "Siate buoni. Addio."
I soldati si rimettono in marcia. Gesù entra nel paese. Fa pochi metri e poi, incontro a Lui e a chi lo segue, vede venire un gruppo numeroso e urlante commenti. E dal gruppo si staccano un uomo e una donna - l'uomo di prima - e si curvano davanti a Gesù. la donna in ginocchio, l'uomo soltanto curvo.
"Alzatevi e lodate il Signore. Però devo a dire a te, uomo, che la tua coscienza non è limpida. Ti sei rivolto a Me per egoismo, non per amore di Me e per fede in Me. E della mia parola hai dubitato. E chi sono lo sai! Poi hai avuto un pensiero non buono perchè Io mi fermavo a guarire un gentile, così come tutto il paese aveva avuto un atto non buono rifiutando di accogliere il ferito. Per un eccesso di misericordia e per cercare di fare buono il tuo cuore Io ti ho guarito la sposa senza entrare da te. Non lo meritavi. L'ho fatto per mostrarti che non occorre che Io vada per fare. Basta che Io voglia. Ma in verità ti dico, e a voi tutti, che coloro che voi sprezzate sono migliori di voi e sanno credere nella mia potenza più di voi. Alzati, o donna. Tu non sei colpevole perchè in te non era ragione. Va' e sappi credere d'ora innanzi per riconoscenza al Signore."